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Come fa il bosco a curarci

Gli "ingredienti" curativi del bosco

Tutti abbiamo fatto l'esperienza del senso di benessere che ci pervade quando entriamo in un bosco: la sensazione di frescura, il silenzio accompagnato dal frusciare delle foglie e dal cinguettio degli uccelli, l'aria sana e pulita, il paesaggio sereno. Ma oggi sappiamo che c'è di più perché gli scienziati hanno studiato uno per uno gli “ingredienti” della foresta che ci fanno sentire così bene.

Certamente l'ambiente boschivo ci dà sollievo dai danni dell'inquinamento urbano, ma gli alberi e tutte le piante che popolano il bosco producono anche innumerevoli sostanze  antimicrobiche per difendere loro stesse e che influiscono sul nostro sistema immunitario, rinforzandolo. L’efficacia delle nostre difese immunitarie è anche aumentata dalla miriade di microrganismi utili all’uomo che popolano i boschi realmente sani e incontaminati e che noi inaliamo o che entrano in contatto con la nostra pelle.

L'armonia della foresta e tutto ciò che arriva ai nostri sensi - scorci affascinanti, profumi, sfioramenti e morbidezze, brezze e giochi di luce, trilli e squittii, forme e colori - agiscono ognuno, ma anche  sinergicamente, sul nostro corpo e sulla  nostra mente, placandoli e regolandoli: per questo i nostri pensieri si fanno leggeri, il nostro sistema cardiocircolatorio ritrova il suo giusto ritmo, il sistema nervoso ritorna efficace, la respirazione si fa lenta e profonda, i muscoli e le articolazioni si rilassano e noi ci sentiamo, a poco a poco, sempre più sereni e rinvigoriti, sempre più a nostro agio con noi stessi.

Come ottenere i benefici del bosco

Ovviamente, anche solo fare un picnic nel bosco o andare in cerca di funghi ci permette di respirare la sua “aria buona”, ma non è certo questa l’azione terapeutica della foresta. Anzi, ciò che gli studi scientifici stanno dimostrando è che molte attività anche salutari possono “distrarci” dai segnali benefici che la foresta invia ai nostri sensi e la foresta stessa può a sua volta vanificare parzialmente l’efficacia di altre attività.

 

Insomma, nelle Terapie Forestali si ritiene che la "terapista" sia la foresta

ed è a quella che noi dobbiamo rivolgere e aprire tutti i nostri sensi.

 

Cosa non facile per noi che abbiamo ormai i sensi in parte “bombardati” dall’inquinamento sonoro e olfattivo delle città, gli occhi abituati agli schermi di computer, cellulari, televisori e, soprattutto, ormai disabituati a percepire e godere degli stimoli delicati della natura.

 

Non ultimo, sembriamo diventati incapaci di portare l’attenzione su qualcosa senza subito ragionarci, valutarla, voler vedere risultati immediati e chiederci se stiamo agendo bene o male, finendo quindi per stressarci comunque e per portare tutto il nostro bagaglio di pensieri alla foresta anziché, semplicemente, percepirla.

 

Percepire la foresta per ciò che è significa tralasciare temporaneamente anche le nostre fantasie più benevole, ma pur sempre umane, attribuendole sentimenti, emozioni, intenzioni che in realtà la svalorizzano e ci impediscono di relazionarci con essa proprio nella sua meravigliosa diversità.

 

E’ indubbio, ad esempio, che anche gli alberi comunichino tra loro e persino con gli animali, ma lo fanno in modi completamente diversi dai nostri: in parte possiamo di certo imparare a percepirli, ad esempio riconoscendo le molecole odorose che producono, ma abbracciarli è un’esigenza nostra che non è detto sia gradita a loro o alle formiche che ne percorrono il tronco.

Per tutte queste ragioni, almeno le prime volte che ci approcciamo alla foresta per trarne benefici fisici e mentali, può essere utile essere accompagnati da un professionista specializzato che ci aiuti ad utilizzare i nostri sensi, e solo quelli, e soprattutto non si frapponga a sua volta tra noi e il bosco con le sue convinzioni o proponendoci altre attività, pur salutari: il rapporto che ognuno instaura con la foresta è personale e unico e spesso si sviluppa in modi prima non immaginabili.

Non ultimo, gli “ingredienti” della foresta cambiano di luogo in luogo, di stagione in stagione, persino di ora in ora: un conduttore davvero esperto in Terapie Forestali può accompagnarci di volta in volta verso quegli effettori che sono più attivi e più benefici per le nostre specifiche esigenze di salute.

Per saperne di più o curarti nel nostro Bosco,

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Le “indicazioni” delle Terapie Forestali

Purtroppo sono troppo spesso diffuse informazioni poco realistiche e ancor meno scientificamente fondate.

 

Se, come abbiamo visto, è vero che già una passeggiata in foresta può rilassarci e darci sollievo dai disagi tipici dell’ambiente urbano, è anche vero che risultati significativi e duraturi si ottengono soltanto attraverso programmi specifici, ciascuno adatto a disturbi e patologie diverse, sia per la prevenzione sia per il loro trattamento. Per problematiche ancor più importanti, può essere opportuno che sia coinvolto anche il medico curante.

Per promuovere la propria salute e prevenire alcuni disturbi ai quali può predisporci il nostro stile di vita non sempre sano, sono soprattutto indicati i programmi integrati che prevedono la periodica frequentazione della foresta e brevi attività da svolgere poi a casa e nel verde urbano.

Per il trattamento dei disturbi più comuni e per i quali molte persone sono costrette altrimenti a fare un uso frequente anche di farmaci sintomatici, Terapie Forestali ben programmate si sono  dimostrate efficaci nelle malattie croniche come

- l’ipertensione arteriosa,

- la malattia polmonare ostruttiva cronica,

- l’insufficienza cardiaca cronica,

- l’ictus cronico,

- il diabete non insulino dipendente,

- il dolore cronico diffuso.

 

Se ne giovano anche le patologie stress correlate, l’ansia, la depressione, la sindrome da stress post traumatico. Protocolli specifici sono stati sperimentati con successo anche per la Sindrome da deficit dell’attenzione e iperattività.

Di particolare e diffuso interesse sono anche i programmi per i disagi tipici della terza età, ad esempio nei disturbi della memoria, e vi sono interessanti osservazioni scientifiche che ne suggeriscono le indicazioni in questa drammatica pandemia da CoVID-19, per gli effetti antiinfiammatori, il miglioramento di funzioni immunitarie specifiche, l’attenuazione dei disturbi cronici che predispongono ad una più grave manifestazione della malattia.

Quali foreste

ATTENZIONE. Ciò che abbiamo affermato si riferisce soltanto alla frequentazione di boschi sani e rigogliosi, ricchi di biodiversità vegetale e animale, che si sviluppano naturalmente, senza intervento umano e con un disturbo dovuto alla frequentazione o ad altre attività umane il più ridotto possibile: solo in queste condizioni il bosco produce e possiede tutti gli effettori benefici descritti.

Ovviamente, la foresta sarà terapeutica e non invece addirittura dannosa soltanto se è libera da contaminanti: ad esempio possono risultare tossici i residui degli oli per motoseghe usate per tagliare o sfoltire alberi e arbusti, il piombo da caccia che permane sul terreno e che provoca danni subdoli ma gravi soprattutto nei bambini e nelle donne gravide, pesticidi e diserbanti anche eventualmente usati in aree limitrofe.

SULLA NOSTRA ATTIVITA'

Servizio televisivo Regione Toscana: guarda

LA NOSTRA BIBLIOGRAFIA (leggi qui)

Piras, P.F. (2021). Return to Forests. Therapeutic Potential of Woodland Environments. Visions for Sustainability, 16, 1-8

Piras, P.F. Intervista su Terapie Forestali e Immersioni in Foresta: facciamo chiarezza. Rete TeFFIt, 2021

Pizzo A., Piras P., Barbiero G. La biofilia come strumento di promozione dell’attenzione involontaria e dell’attenzione selettiva in bambini con deficit di attenzione e iperattività (ADHD), XXIV Congresso Società Italiana di Ecologia, 2014

L. Luccherino, V. Andreini, S. Merli, P. Piras, M.V. Romizi., Experience of autoregulation training and assisted therapy with dog for children with ADHD, 4° Congresso mondiale dell'ADHD, 2013

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attesto di merito dalla Regione Toscana
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